La spiegazione dell’aspetto distruttivo del temperamento del gatto può essere trovata analizzando il suo comportamento in natura.
Il gatto è un animale estremamente attivo, in grado di compiere dai 100 ai 150 attacchi predatori al giorno per procurarsi il cibo.
Solo il 10% di questi attacchi, però, va a buon fine, perciò il gatto si esercita fin da piccolo ad affinare la sua tecnica, cercando di catturare tutto ciò che è in movimento, che sia una foglia sollevata dal vento o un minuscolo insetto. Lo fa correndo, saltando, arrampicandosi, dando sfogo a tutta l’energia innata, soprattutto nelle ore serali o al mattino presto, quando si spostano le sue prede preferite: i topi e gli uccelli.
Perciò quando un animale così attivo viene rinchiuso in un appartamento, dove ben poche cose si muovono e non c’è nulla da cacciare, è ipotizzabile che possa incontrare delle difficoltà nel mantenere l’equilibrio mentale.
Il gatto, quindi, tende sempre a scovare qualche occupazione, ma a volte la sua attività non viene apprezzata dal padrone; per esempio quando torna a casa stanco dalla giornata di lavoro e deve raccogliere la carta igienica trasformata in coriandoli, o scopre il suo soprammobile preferito ridotto in cocci mentre il micio si lancia come Tarzan sui tendaggi.